transumano, troppo transumano

la prima volta che mi sono reso conto che anche io sarei morto prima o poi è stata mentre guardavo una puntata di Esplorando il corpo umano. ricordo che la vocina narrante seguiva “il nonno” mentre questo moriva, spiegando passo passo cosa accadeva al suo corpo e ai suoi organi. ancora non mi è andata giù. più o meno nello stesso periodo, vidi Highlander – L’ultimo immortale e mi venne da pensare che in un mondo fatto solo da alcuni immortali non sarei stato troppo volentieri: o tutti (a parte quello stronzo di Kurgan, neanche a dirlo) o niente. sia per il nonno che per Kurgan, il cervello in una qualche maniera ha smesso di funzionare per via della morte.

nel momento in cui il corpo muore (ad esempio quando ti tagliano la testa), l’ossigeno smette di arrivare alle cellule e si innesca il processo di autolisi, ossia una sorta di auto-digestione delle cellule effettuata da enzimi appositi. per questa ragione, in caso di morte il cervello tende a danneggiarsi in poco tempo. con il cervello, se ne va chiaramente anche la memoria. ma se si riuscisse a salvare il cervello, nel momento della morte, si salverebbe quindi anche la memoria e sarebbe possibile trasferirla in un nuovo essere? ecco, forse non proprio in questi termini, ma pare che qualcuno abbia scommesso che ciò sia possibile (all’incirca). la Netcome è una startup che mira a riuscire a preservare la memoria umana dopo la morte e, in futuro, essere in grado di ricreare la mente di un individuo morto. per fare ciò, è necessario replicare il connettoma umano, cioè la mappa delle connessione neurali, obiettivo che non credo sia a portata di mano al giorno d’oggi. tuttavia, per ora, questa startup è riuscita a preservare un intero connettoma animale (a dire il vero, un intero cervello), attraverso la tecnica che chiamano vitrifixation oppure Aldehyde-Stabilized Cryopreservation, che prevede dapprima una solidificazione delle sinapsi utilizzando glutaraldeide, che “fissa” il cervello evitando che si decomponga, dopodiché questo viene portato oltre i 100° sotto zero, utilizzando al contempo del glicole etilenico (la stessa cosa che si mette nell’acqua lavacristalli d’inverno per non farla gelare). in questa maniera, il cervello può mantenersi anche per centinaia di anni, con le sinapsi fissate (sperando che qualcuno scopra abbastanza presto cosa farne di questo cervello imbalsamato).

la Netcome stessa, però, pare aver già in mente cosa fare di questa massa cerebrale imbalsamata e congelata. infatti, l’idea è quella di riuscire a replicare in forma digitale il connettoma del cervello vitrifixed (“vetrifissato” non suona granché) e riuscire a renderlo operativo, “scrivendoci” sopra le memorie contenute nel cervello preservato. ma come fare a non danneggiare nessuna parte del cervello se questo inizia a danneggiarsi non appena il corpo muore? beh, semplice: lo si inizia a trattare mentre il corpo è ancora vivo. il procedimento prevede un’anestesia e il pompaggio degli elementi chimici a cui ho accennato sopra direttamente nella carotide, così da iniziare il processo di imbalsamazione del cervello quando la persona è ancora viva, senza rischiare di danneggiarlo. unico effetto collaterale: probabilità di mortalità del procedimento pari al 100%.

chiaramente non sempre la teoria e la pratica vanno a braccetto, e per assicurarsi che la seconda sia in linea con la prima è necessario portare avanti esperimenti. ed in questa direzione si sta spostando la Netcome, infatti, mettendo a disposizione la possibilità di iscriversi ad una lista di attesa per poter essere i primi ad avere il proprio cervello vitrifixed, pagando solo 10000$, che possono essere restituiti in caso si cambiasse idea (prima dell’inizio del processo). un fatto curioso che mi ha fatto sorridere è che uno dei partecipanti è il proprietario di uno degli acceleratori di startup di cui avevo già parlato qua su tantotantotanto, ossia il fondatore di Y Combinator, Sam Altan.

ciò che ancora non è chiaro e se basti il connettoma (anzi, una sua copia digitale) per avere a disposizione tutta la memoria e, soprattutto, la coscienza di un umano. in altre parole, se l’obiettivo è la replica non solo della memoria ma anche della consapevolezza o della coscienza, sarà necessario comprendere per prima cosa “dove risiedono” coscienza e consapevolezza. domande a cui non so rispondere esplodono ora, legate a quale di queste caratteristiche sia necessaria per chiamare una mente “mente umana”, ma anche a quali di queste caratteristiche siano necessarie per chiamare un qualcosa “mente”. e ancora: supponendo di poter replicare perfettamente il trio coscienza-memoria-consapevolezza, è davvero tutto qui ciò che “siamo”? mi immagino un donatore di cervello che ha come ultima memoria prima di “risvegliarsi” (?) quella di essere anestetizzato sapendo che a breve un liquido che lo avrebbe imbalsamato gli sarebbe entrato in circolo arrivando al cervello, uccidendolo. quando si “rianima” trovandosi in un nuovo corpo (ci sarà un nuovo corpo, amici della Netcome? o il nostro cervello verrà messo in una specie di vasca à la Futurama e potremo essere incastrati su un corpo robotico?) con tutto il back up delle memorie implicite ed esplicite e: “ehi, come si fa ad aggiungere un ricordo nuovo, Jack?”. un’altra domanda che non mi dà pace è se sarà possibile recuperare anche tutto il mondo dell’inconscio e poter far sì che gli analisti abbiano ancora da lavorare. e, infine: se il back up fosse utilizzato due o più volte? “dove” si risveglierà Sam Altman?

riusciremo a fare meglio della natura, insomma?

bibliografia

  • la puntata di esplorando il corpo umano che non ho voluto riguardare.
  • qui viene spiegata la tecnologia usata dalla Netcome.
  • qualche notizia riguardo alla storia dell’upload del cervello: guardiannew york posttechnology review.
  • se volete vedere come starebbe la vostra testa dentro una teca piena di liquido come in Futurama, c’è un gioco in cui potete creare la vostra testa e metterla nel museo delle teste. ad esempio questo sono io.
  • pare comunque che si stia cominciando a capire dove “sta” la coscienza nel cervello.

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